Il mio Laboratorio lo immagino ricavato in un angusto locale nei sotterranei di un non ben definito Centro Ricerche, illuminato da neon sempre accesi e avvolto da un continuo, lontano rumore di fondo, non un semplice ronzio ma una vibrazione profonda, ctonia, foriera di presagi meccanici (nel romanzo “Accelerazioni di coscienza” c’è un esempio del mio studio ideale). Nella realtà è una piccola stanza in cui c'è una postazione di scrittura con vari computer sempre accesi e tutt'intorno librerie e scaffalature che potessero contenere fisicamente le propaggini del mio cervello. I volumi che vi ho riposto non sono disordinati né impolverati: li ho catalogati per argomento e li spolvero frequentemente. Dato che la cubatura del mio rifugio è piuttosto limitata, sono stato costretto ad ordinare i libri sugli scaffali disponendoli in più file, cosicché solo quella più esterna risulta visibile. In quest’ultima, dove i dorsi fanno bella mostra di sé anticipando i contenuti, ho deciso di selezionare i titoli che continuo ad esplorare e che quindi devono essere agevolmente manipolati, quei volumi cioè, spesso massicci e ponderosi, che fanno da plinti alla mia architettura mentale. In realtà l’officina in cui confeziono universi (l’espressione “racconto storie” mi sembrava abusata e tutto sommato un po’ riduttiva, e scusate la modestia) non è un luogo reale, univoco e neanche biunivoco. Rischiando di apparire banale,con una frase ad effetto potrei dire che il mondo è la mia scrivania, che lavoro ad un romanzo costantemente, mentre sono in auto per lavoro, mentre ascolto la radio o guardo un film in televisione. E’ la verità: una volta partorita l’idea, di solito un’immagine (mi ritengo un visivo) reale o mentale, per il successivo sviluppo faccio lavorare il mio cervello in background, come fa un antivirus sul nostro computer mentre usiamo altri programmi in automatico Quando volo in parapendio no!, perché giocoforza sono integralmente preso dalle manovre e non sarebbe salutare pensare ad un personaggio mentre si imposta l’atterraggio.Per quanto riguarda i ferri del mestiere al primo posto ci sono le letture. La narrativa tutta, la metaletteratura con testi di semiotica, retorica e stilistica, la saggistica con la filosofia della mente, la quantistica e la fisica delle alte energie, la civiltà greca (ultimamente arte vascolare) e internet.
Le estensioni della mia mente sono una Pelikan M 400 verdenera equipaggiata di inchiostro blu 4001, matite di qualità con gomma innestate sul portamatite di plastica Faber-Castell ed infine e soprattutto un mac book pro retina da 13" su cui è sempre aperto il Vocabolario Treccani, strumento ineguagliabile per padroneggiare la lingua.